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Doomsday Afternoon. Melodia progressiva

Author: Anders Ge.

Composizione ispirata, parte orchestrale pressoché perfetta. Doomsday Afternoon è rogressive rock di primo livello, che si avvicina parecchio al capolavoro.

Phideaux Xavier


Guidata dal Phideaux Xavier, cantante compositore polistrumentista e regista americano, i Phideaux sono un gruppo di progressive rock sulla scena da un ventennio. Doomsday Afternoon è il sesto album e rappresenta la maturità compositiva della band, o meglio del suo direttore d’orchestra, che con questo album dimostra di saper padroneggiare al meglio la composizione anche sinfonica, che qui fa un ulteriore passo nell’utilizzo dell’orchestra - diretta da Paul Rudolph - lungo tutta la durata dell’album e non solo come sporadici inserti.

Phideaux Xavier
Phideaux Xavier

Doomsday Afternoon è il secondo album di una trilogia incentrata sull’ecologia e l’autoritarismo del Grande Fratello di Orwelliana memoria, iniziata con il precedente The Great Leap (2005) e che si concluderà con l’uscita di Infernal, prevista per l’anno in corso - almeno, secondo le intenzioni dell’autore.
Settanta minuti emozionanti, per un concept album diviso in due atti, composti da cinque brani ciascuno, dalle incantevoli melodie, suonato con incredibile maestria che affascina e cattura fin dal primo momento, ma che si lascia scoprire ad ogni nuovo ascolto. Il sound è consistente e l’orchestra, usata con raffinato gusto, non è mai invadente o distaccata, ma sempre in perfetta armonia con il resto della strumentazione, risultando un perfetto complemento per l’intera struttura dell’album. Gli archi e gli altri strumenti si fondono in un unico amalgama eterogenea che trasporta ed emoziona.
Una parte di maggior rilievo rispetto ai precedenti lavori, è data alle voci femminili delle bravissime Ariel Farber, Valerie Gracious e delle gemelle Ruttan, Linda e Molly, che in questo disco hanno condividendo con lo stesso Phideaux il ruolo di lead vocals, andando oltre a quello di sole backing vocals. Questa inedita direzione artistica restituisce una nuova sfumatura al suono della band e le straordinarie linee melodiche vocali danno un’impronta indimenticabile e magica ad ogni brano in cui sono presenti.
Vari i musicisti ospiti, tra i quali troviamo Matthew Parmenter (Discipline) al violino ed alla voce e Martin Orford (IQ e Jadis) alle tastiere.
Inevitabile sentire fonti d’ispirazione illustri che spaziano dai migliori Pink Floyd ai Genesis, dai Camel ai Jethro Tull. Elementi d’ispirazione che Phideaux riesce a fare suoi, per creare un proprio stile che non delude ed affascina.

Phideaux
Phideaux

Apre il disco Micro Softdeathstar, che chiarisce subito la direzione dell’album con gli archi, mai abusati ed inseriti sempre al momento giusto, tra le perfette melodie vocali e strumentali. Si prosegue con la strumentale The Doctrine of Eternal Ice - part one, che con una cadenza quasi da marcia ci introduce alla folkeggiante Candybrain, dove la chitarra e le tastiere accompagnano la voce in una splendida ballata dal forte sapore Jethro Tull - e non poteva mancare il flauto nel finale. La dolce e strumentale Crumble fa da preludio a The Doctrine of Eternal Ice - part two, che riprende e rielabora il tema della prima parte, ampliandolo ma con l’aggiunta di ulteriori parti strumentali e vocali, restituendo un brano degno dei migliori Camel, con il quale si chiude il primo atto.
Con l’evocativa Thank You For The Evil inizia il secondo atto. I passaggi di chitarra e le tastiere creano un’incredibile atmosfera in perfetto stile Pink Floyd (siamo dalle parti di The Dark Side of the Moon e Wish You Were Here). È poi la volta di un altro strumentale, A Wasteland of Memories, che ci porterà ad una ripresa della Crumble, che si differenzia dalla precedente per la bellissima ed emozionante voce di Ariel Farber. Con Formaldehyde, splendido brano di Art-Rock, impreziosito dal cantato sognante e da una costruzione musicale ed un arrangiamento che catturano immediatamente e non si lasciano dimenticare, ci avviamo verso il finale del disco, che arriva subito dopo con la lunga Microdeath Softstar. In quasi quindici minuti rivivremo tutto l’album, con un rimescolamento delle melodie, riarrangiate e presentate in una versione differente che non mancherà, una volta di più, di fare apprezzare le capacità di composizione, arrangiamento e interpretative introdotte in Doomsday Afternoon.

Phideaux
Phideaux on stage

Xavier Phideaux è senza dubbio alcuno un musicista di prima qualità e questo album ne è la dimostrazione. Riuscire a coniugare una parte melodica di così alto livello con una strumentale di ampio respiro ed eterogenea come quella che si ascolta nel disco, senza per questo risultare pesante o troppo di maniera, non è cosa da poco, ma Phideaux con Doomsday Afternoon ci riesce perfettamente.
La presenza di strumenti tipici del rock progressivo degli anni Settanta, gli archi, le ritmiche, le chitarre ed i fiati contribuiscono a creare un virtuoso insieme tanto multiforme e sfaccettato, quanto disarmante e semplice nella sua ricercatezza melodica.
Non si tratta di un album innovativo, non c’è niente di mai sentito prima in Doomsday Afternoon, ma tutto è al posto giusto e mostrato nel momento perfetto. Non c’è un’incertezza né una sbavatura. Anche l’artbook illustrato da Molly Ruttan, con le sue immagini oniriche, contribuisce alla magia e a rendere il disco una perla rara nel panorama musicale moderno.

Forse non un capolavoro, ma ci si avvicina di molto. Sicuramente un dovere averlo ed ascoltarlo se si è appassionati di Progressive Rock.

Eccellente


Phideaux - Doomsday Afternoon (cover)

Phideaux
Doomsday Afternoon


progressive rock
art rock
psychedelic rock

Bloodfish Media
giugno 2007


track list

Act One
1 Micro Softdeathstar (11:17)
2 The Doctrine of Eternal Ice - Part One (3:01)
3 Candybrain (4:06)
4 Crumble (2:55)
5 The Doctrine of Eternal Ice - Part Two (8:08)
Act Two
6 Thank You for the Evil (9:18)
7 A Wasteland of Memories (2:22)
8 Crumble (2:55)
9 Formaldehyde (8:17)
10 Microdeath Softstar (14:40)

Phideaux

Linda Ruttan Moldawsky: vocals
Molly Ruttan: vocals
Ariel Farber: vocals, handclaps
Valerie Gracious: piano, vocals
Rich Hutchins: drums
Mathew Kennedy: bass guitar
Gabriel Moffat: lap steel guitar,
solo & electric guitar,
textures, treatments, transitions
Mark Sherkus: hammond B3, minimoog,
ARP string ensemble, korg KARMA, sampler
Phideaux Xavier: piano, rhodes,
moog voyager, 6 & 12 string guitar, vocals


musicisti ospiti

Patti Amelotte: hammered dulcimer (1, 6)
Steve Dundon: flute (9)
Rob Martino: flute (3)
Martin Orford: synthesizer solo (9)
Matthew Parmenter: violin, vocals (1, 6, 9, 10)
Johnny Unicorn: hammond B3, moog voyager,
handclaps, vocals (3, 10)
Joel Weinstein: solo and electric guitar (5, 10)


orchestral sections

scored & conducted by: Paul Rudolph

violin: Mark Baranov, Bing Wang
viola: Richard Elegino, Jerry Epstein,
Dale Silverman, Elizabeth Wilson
cello: Stefanie Fife, Barry Gold, Jason Lippman
bass: Dennis Trembly
french horn: Brian Drake, Bruce Hudson
trumpet: Boyde Hood, James Wilt
flute, oboe, clarinet: Chris Bleth


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